LA GALLERIA



ROBERTO CRIPPA, RENZO CORTINA, LA GALLERIA

[di Stefano Cortina]

Settecento! Un bel traguardo, non trovate? Settecento in cinquantatre anni di storia, io e mio padre Renzo. In effetti più di due semplici generazioni, la Galleria Cortina ha vissuto, condiviso, interpretato un’epoca ed i suoi cambiamenti, sconvolgenti rispetto agli anni di Renzo Cortina e del suo amico Roberto Crippa. Dovevo rendere omaggio ad un numero così ragguardevole e la scelta è caduta sull’artista che più di ogni altro rappresenta la storia della Galleria della mia famiglia: Roberto Crippa.

Non solo un grande artista, ma una personalità strabordante, un genio puro, un uomo, e per mio padre un amico. Soprattutto un amico. Ricordo quella domenica di marzo del 1972, io e mio padre eravamo andati allo stadio, al ritorno, nel pomeriggio dedicato ai resoconti sportivi, la notizia, al telegiornale «…la tragica scomparsa in un incidente di volo di Roberto Crippa, l’artista milanese...» ma tutto sfumava, lo sguardo attonito, incredulo di mio padre e l’autentico dolore che gli si dipingeva sul volto, niente affari, niente soldi, contratti, solo pura sincera amicizia.

Dell’artista potrete leggere nelle pagine di questo sito o nelle centinaia di testi a lui dedicati dai più grandi autori, giornalisti, critici, storici dell’arte. Qui vorrei parlare solo dell’amico. Del mito. Perché per me Roberto Crippa rappresentava un mito, la Ferrari F1 dei primi anni ’50 nella sala da biliardo della grande cascina-villa dove abitava, con un autentico caccia militare della Seconda Guerra Mondiale posto nella corte come una scultura, un trofeo. Compagni di bisboccia e divertimenti, Roberto e Renzo condividevano l’impeto futurista di affrontare la vita dove i valori ideali prevalevano sui valori materiali.

Crippa, devo essere sincero, ha accompagnato e introdotto la Galleria Cortina nel mondo della grande Arte, del Mercato internazionale, dei grandi autori e delle avanguardie degli anni ’50. Insieme a Crippa il salotto della galleria si arricchiva con Gianni Dova, Mimmo Rotella, Pierre Restany, Luciano Minguzzi, Dino Buzzati o, come soleva dire mio padre “tutti”, nel senso che tutti passavano dalla galleria e nelle sue varie sedi, il ridotto della libreria Cavour in piazza Cavour e la grande Galleria Cortina in Via Fatebenefratelli, con sala cinematografica annessa.

Un autore, Crippa, imprescindibile per la storia della Galleria, che ha segnato non solo l’inizio, i primi passi ma anche lo sviluppo, la continuità, il presente. Non è solo l’autore storico che ho trattato più assiduamente da quando rimasi solo a dirigere la Galleria dopo la morte di mio padre il 20 marzo 1987 (esattamente quindici anni dopo la scomparsa di Crippa) è anche uno degli artisti del dopoguerra che amo di più e con cui suggellai, pochi mesi dopo l’apertura, nel 1997 la nuova e finora definitiva sede, qui in Via Mac Mahon, e il nuovo corso della Galleria Cortina. Dopo le mostre del 1968, 1969, 1971, 1972, 1997 è ora il tempo di ospitare la sesta mostra (la seconda organizzata da me) e realizzare una pubblicazione che spero non sfiguri accanto ai cataloghi realizzati da mio padre e alla voluminosa monografia data alle stampe nel febbraio 1971 e considerata tuttora una delle più prestigiose e complete oltre a diventare essa stessa un’autentica rarità bibliografica di grande valore. E nel senso di questa continuità è preziosa la collaborazione di Roberto Crippa Jr alla riuscita di questa mostra.

Un senso di amicizia e di comunanza d’intenti che evidentemente i nostri padri ci hanno trasmesso. È un vero piacere per me riproporre quelle opere, i Sugheri, le Spirali, i Totem, le Amiantiti tra le quali sono cresciuto e che mi hanno accompagnato nella mia formazione professionale e culturale.

Mostra n° 700 della Galleria Cortina, dal 1962