L'ARTISTA



BIOGRAFIA

[di Veronica Riva]
anni '20/'30


19 maggio 1921 Nasce a Monza Gaetano Crippa, detto Roberto, da Giuseppe Crippa e Giulia Macchi.

E' terzogenito dopo Alfredo e Guido e maggiore della sorella Amelia che diventerà lei stessa una buona artista conosciuta come Lia. L’intera famiglia si trasferisce a Milano quando Tani – così veniva chiamato affettuosamente dai parenti – è ancora molto piccolo.




anni '40


1941 Sposa Elda Libero, appena ventenne, prima di partire per la Seconda Guerra Mondiale arruolato in Aereonautica.

Come allievo pilota partecipa a numerose missioni belliche, ed è proprio in questo periodo che prorompe la passione per il volo accompagnandolo fino alla fine dei suoi giorni. In guerra le acrobazie aeree sono una necessità, non un diletto, e il giovane aviatore le deve praticare durante le incursioni per schivare e attaccare il nemico. Solo successivamente diventerà quello sport tanto amato che eserciterà tutti i giorni.

1943 Nasce il figlio Roberto, nome molto amato dall’artista tanto da utilizzarlo come nome d'arte una volta iniziata la sua carriera di pittore.

1944 Inizia a frequentare l’Accademia di Brera dove tra i suoi insegnanti figurano Achille Funi, Aldo Carpi e Carlo Carrà.

1945 I primi dipinti figurativi che risentono ancora dell’influenza post-cubista.

1946 Vince il Premio Hayez.

1947 Consegue il diploma ed espone alla Galleria Bergamini di Milano con la sua prima mostra personale. È anche l’anno in cui, libero dell’esperienza accademica, con l’amico Gianni Dova, conosciuto nelle aule di Brera, sperimenta una pittura incentrata sul rapporto tra forma e spazio, uno studio che lo impegna quando inizia a dipingere le primissime Spirali. L’esigenza di sperimentare e trovare sempre nuove e personalissime forme espressive è e sarà caratteristica costante di Roberto Crippa, esuberante, vitale, curioso del mondo, energico e mai stanco di provare nuove emozioni e nuove esperienze, in arte come nel volo.

1948 La carriera del giovane decolla a grande velocità. Oltre alle mostre personali è invitato a partecipare sia alla Biennale di Venezia che alla Triennale di Milano.

L’esposizione veneziana, alla sua XXIVª edizione, è la prima dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e l’aria che si respira è quella tipica della voglia di ripartire da zero, di iniziare una nuova era anche in campo artistico.

Per Crippa le partecipazioni a queste manifestazioni di arte contemporanea si susseguono intensamente e constantemente, tanto che dal 1948 al 1960 è presente a quattro Triennali di Milano (1948, 1951, 1954, 1960) e nel 1960 me vince la XIII° edizione. Mentre alle Biennali veneziane sarà invitato a ben sei edizioni, e dal 1948 al 1968 non sarà presente solo a quelle del 1960, 1962 e 1966.

A Milano fa parte di quel nutrito gruppo di artisti che frequentano Brera e il Bar Giamaica tra cui i coetanei Cesare Peverelli, Gianni Dova, Enrico Baj nonché Aldo Bergolli e il maestro Lucio Fontana sono tra i suoi amici e colleghi più vicini.




anni '50


L’artista sviluppa parallelamente un’arte spazialista – con le famose Spirali – e un’arte più vicina all’astrattismo connotata da composizioni razionali e geometriche. Roberto Crippa conquista nuovi spazi sia in arte che in cielo, e sicuramente le Spirali sono in qualche modo la rappresentazione dei volteggi che compie in volo e il volo è trasposto sulla tela grazie a quei vortici spiraliformi, quei viluppi che creano una nuova spazialità sul piano bidimensionale, come scrisse Guido Ballo: “[…] il groviglio si effettua nel gesto impetuoso e largo, caricandosi di energia, vitalismo da action-painting.”

Le Spirali, dapprima essenzialmente grafiche poi più ricche di materia e dai colori più accesi, e l’arte spaziale sono più congeniali al vulcanico Roberto che aderisce alla corrente firmandone tre manifesti:

  • 2 APRILE 1950 “Proposta di un regolamento del Movimento Spaziale”.
    Manifesto distribuito solo agli artisti aderenti al movimento e firmato oltre che da Crippa da Lucio Fontana, Milena Milani, Giampiero Giani, Beniamino Joppolo e Carlo Cardazzo.
  • 26 NOVEMBRE 1951 “Manifesto dell’Arte Spaziale”.
    Altri firmatari sono: Fontana, Milani, Joppolo, Carozzi, Deluigi, Dova, Peverelli, Vianello, Morucchio, Ambrosini e Guidi.
  • 17 MAGGIO 1952 “Manifesto del Movimento Spaziale per la televisione”
    Aderisce insieme a Ambrosini, Burri, Deluigi, De Toffoli, Dova, Donati, Fontana, Carozzi, Guidi, Joppolo, La Regina, Milani, Morucchio, Peverelli, Tancredi e Vianello.

Inizia a esporre in musei e gallerie praticamente in tutto il mondo, sia in mostre collettive che personali.

1950 In qualità di professore di pittura e disegno dei mutilati dell’Istituto Don Gnocchi di Milano approda con i suoi allievi a New York.

Qui conosce Alexander Jolas che visti i suoi lavori gli propone una personale nella sua sede americana.

1951 È di nuovo nella Grande Mela e nella prestigiosa galleria di Alexander Jolas dove ha modo di incontrare Max Ernst, Marcel Duchamp e di conoscere le opere di Jackson Pollock.

È sempre a New York che Crippa incontra il surrealista Enrico Donati grazie al quale entrerà in contatto con altri artisti surrealisti: Victor Brauner, Wifredo Lam e Sebastian Matta.

1952 Partecipa con Dova, Peverelli, Joppolo, Fontana e Deluigi alla prima mostra collettiva di artisti spaziali presso la Galleria del Naviglio, sede del Movimento Spaziale.

Metà anni '50 Complice la conoscenza dell’arte americana, si assiste a un coerente passaggio che dalle Spirali lo porta a creare i primi Totem – ominidi dalle forme fantastiche, primordiali, surreali che verso il 1955-56 produsse anche in forme scultoree di metallo.

Fine anni '50 Mai stanco di sperimentare nuove strade espressive, compaiono le opere polimateriche e in rilievo dove utilizza diversi materiali come sughero, legno, cartone, carta di giornale assemblati tra loro in originalissimi collages. Di questi lavori ne compone anche quattro in collaborazione con Brauner e due con Fontana.

Gli anni ’50 sono anche quelli in cui Crippa inizia a frequentare il vitalissimo cenacolo artistico e culturale dove in tantissimi approdano durante l’estate: Albisola, fucina creativa nei cui laboratori si mettono alla prova con la tecnica della ceramica artisti italiani e stranieri, e dove è tuttora visibile la Passeggiata degli Artisti con i suoi 800 metri di pannelli decorati con tessere di mosaico da Fontana, Fabbri, Crippa, Lam, Luzzati, Rossello e molti altri.

Durante questa frenetica e prosperosa carriera nel mondo dell’arte Roberto trova sempre tempo di dedicarsi a quella che è la più dirompente passione della sua vita: il volo. Parallela e altrettanto intensa scorre la sua carriera di pilota acrobatico.

1956 Consegue il brevetto di secondo grado e scampa alla sciagura di un primo incidente: all’aeroporto di Linate, allora sede dell’Aero Club di Milano, subito dopo il decollo il motore del suo velivolo si ferma improvvisamente e precipita da un’altezza di 50 metri, per fortuna Crippa esce indenne dai rottami.

Nel 1955 partecipa alla prima edizione di Documenta di Kassel, occasione che si rivela basilare per fare nuove conoscenze nel campo artistico internazionale.

1956 Finisce il matrimonio con Elda da cui però non si separerà mai legalmente restando sempre in buoni rapporti e continuando a seguire il figlio Roberto nell’educazione come nello sprone a un’intensa attività sportiva, tanto che a soli 17 anni gli farà conseguire il brevetto di pilota, ma non acrobatico.




anni '60


L’artista – mai esausto di ricercare nuove forme espressive – crea le Amiantiti gli ultimi lavori che sono “personali trascrizioni del paesaggio dell’uomo dell’era spaziale” visioni cosmiche ove si possono scorgere soli, lune, oggetti che ricordano gli amati aerei, paesaggi primordiali dapprima dai colori sobri e quasi monocrome, successivamente connotate da una straodinaria vivacità cromatica e purezza formale.

1961 Fonda il Gruppo Acrobatico dell’Aero Club di Milano.

1962 Sopra i cieli di Bresso (nuova sede dell’Aero Club) è vittima di un altro incidente aereo questa volta molto serio. È al comando di un Bücker – un biplano acrobatico – quando si bloccano incomprensibilmente i comandi. A 300 metri di altitudine Crippa fortunatamente ha la prontezza di chiudere il tubo d’afflusso della benzina scongiurando un incendio, tenta quindi un atterraggio sui prati dell’aeroporto. Nell’impatto col suolo il motore rientra nella fusoliera e il pilota riporta fratture a entrambe le gambe che lo immobilizzeranno sulla sedia a rotelle per un anno intero. Ma non sarà questo a fermare l’uomo, il pilota, l’artista impetuoso.

1965 Viene istituita una scuola di acrobazia aerea dedicata all’aviatore Rinaldo Malaspina di cui Crippa sarà uno degli istruttori e dal 1970 ne sarà nominato presidente.

L’artista crea anche un logo per la scuola: un tondo grigio in cui svetta la lettera A rossa e la figura stilizzata di Icaro, ancora oggi utilizzato.

Continuano incessanti le mostre in Italia e all’estero e sono questi gli anni di intensa frequentazione della Galleria Cortina.

1967 La sua grande notorietà porterà lo Stato della Rhodesia (l’attuale Zimbabwe nonché allora colonia britannica) a dedicargli un francobollo raffigurante una sua opera custodita al Museo di Salisbury.




anni '70


1970 Viene invitato a rappresentare l’Italia ai campionati mondiali di Acrobazia Aerea che si tengono a Hullavington (GB). Deve partire con Sergio Dallan, allora motorista dell’Aereo Club e successivamente famoso pilota acrobatico, ma purtroppo Roberto Crippa si trova impossibilitato a partecipare. È questo il periodo in cui la Panini pubblica un album di figurine dedicato ai “Campioni dello Sport”, Crippa vi figura con il suo giubbetto di pelle nella sezione dell’Aereonautica.

1971 Una grande mostra personale dell’artista è ospitata nella Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano. A presentarla è Guido Ballo, oltre ottanta sono le opere esposte.

19 marzo 1972 Mentre la mostra è ancora in corso, a bordo di uno Zlin sta facendo una lezione di volo acrobatico con un allievo che sbaglia irrimediabilmente manovra, Roberto tenta di correggere la traiettoria del velivolo ma è troppo tardi. Per i due non c’è più scampo. Crippa muore presso il campovolo di Bresso. Non aveva ancora compiuto 51 anni.

1976 In sua memoria viene istituita una gara annuale tuttora in vigore e tra le più importanti dei circuiti del volo acrobatico in Italia: il Trofeo Roberto Crippa.

Mostra n° 700 della Galleria Cortina, dal 1962